Come attivare e mantenere la brand advocacy nei social networks 
venerdì, 20 aprile, 2012, 11:52 - Social networks


La possibilità di diffusione di un contenuto è una delle capacità che i social networks hanno ampliato esponenzialmente: dal comportamento naturale degli utenti, che portano il messaggio a prendere diverse strade, si può arrivare ad influenzare la modalità di diffusione segnalando il contenuto a un determinato gruppo di persone. Stiamo parlando della brand advocacy. Per brand advocacy si intende la segnalazione, l’invito al sostegno o alla raccomandazione di un brand a terzi, grazie ai loro appoggio e fiducia. Necessari, ovviamente, sono i brandvocates, le persone selezionate in base a date caratteristiche, che dovranno sostenere e promuovere il brand tramite attività di convincimento che si basano sul trust che essi hanno all’interno di un dato settore, in cui sono particolarmente influenti. In generale, le caratteristiche di un brandvocate potrebbero essere: estraneità all’azienda, ma con voce credibile; ama parlare del brand, quasi come fosse una professione; è influente ed ha una vasta rete di contatti per diffondere i messaggi; ha doti comunicative per cui riesce a convertire altri utenti alla preferenza per un brand.
Abbiamo già parlato del fatto che le opinioni degli utenti influenzano le decisioni di acquisto e di come sia in forte crescita la ricerca di recensioni all’interno delle stesse pagine brand nei social networks; questa tendenza, inoltre, indica che le opinioni positive nei social networks portano a una conversione negli acquisti nel 65% dei casi. È importante, quindi, che le aziende facciano attenzione ai profili di questi utenti che danno opinioni sui prodotti e sui brand a livello di social networks, per contattarli e fornire loro gli strumenti per diffondere nel modo migliore l’awareness e l’immagine del brand. In questo modo sarà possibile creare un contatto, impegnarsi in una relazione più profonda e premiarli per la loro fedeltà, senza, però, pagarli per questo sostegno.
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Buzz, Viral e Guerrilla marketing: strumenti aggressivi o di condivisione democratica? 
venerdì, 20 aprile, 2012, 11:28 - Generale


Leggere parole come buzz, viral e guerrilla, per chi non pratica “pane e marketing”, può risultare fastidioso già solo a partire dal suono volutamente onomatopeico.
Ma in realtà, questo tipo di marketing non convenzionale è aggressivo e fastidioso o, se ben utilizzato, può risultare addirittura più democratico e in linea con il nostro social network vivendi?
Il marketing, per sua stessa definizione, deve avere come risultato finale un ritorno economico, quindi non potrà mai essere un dolce sottofondo alle nostre navigate notturne o nel tragitto per il lavoro o mentre, tediati da una giornata invernale come oggi a Milano, cerchiamo nel web un diversivo a un altrimenti scontato zapping televisivo.
Il fatto stesso che però questo tipo di marketing viaggi principalmente on line, gli conferisce un aspetto, a mio avviso, in parte democratico e di scelta personale.
IO NAVIGO, IO SCELGO.
Quanti di noi si infastidiscono e tendono a “skippare” l’intro prima di vedere un video su youtube o prima di farsi la propria personale rassegna stampa quotidiana, correlata di video anch’essi perennemente introdotti da pubblicità?
Il marketing di cui parlo non ha, o almeno per chi lo sa formulare bene, questo tipo di aggressività passiva.
Ha un aspetto sicuramente che potremmo tradurre come di “pulce all’orecchio”, di “aspettativa in attesa dello svelamento finale del prodotto o del servizio” ma non trovo che questo possa essere di per se’ aggressivo o fastidioso. Il suo carattere di passaparola, di rumor, gli permette anche di essere scelto dall’utente finale, di essere veicolato dai cibernauti verso chi si ritiene interessato a quel particolare messaggio.
Basta guardare il wall (più recentemente stravolto e modificato nella tanto vituperata “timeline”) del profilo facebook di un utente tipo per accorgersi che la maggior parte passa il proprio tempo a condividere sia pensieri e foto personali che messaggi che trova in rete, che scova sbirciando il profilo di un amico o dell’amico dell’amico.
Questa curiosità (da molti definita anche morbosa) in realtà aiuta a creare un passaparola “democratico” e assolutamente naturale che infastidisce sicuramente meno del messaggio pubblicitario imposto prima di vedere l’ultimo video della Sora Cesira.
Si dice che l’abito non fa il monaco e, anche in questo caso, fermarsi davanti a parole come buzz, viral e guerrilla, può risultare un limite alla voglia di condividere e sentirsi parte di una comunità, come quella virtuale, che sta diventando sempre di più parte del nostro vivere quotidiano.

P.S. ovviamente sono la prima a “skippare” l’intro e proprio per questo guardo a tutto quello che non e’ puro e invasivo messaggio pubblicitario con un occhio attento e curioso.

Alice Wetzl
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There are better ways to make career! 
giovedì, 19 aprile, 2012, 17:31 - Guerrilla marketing

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Buzz Marketing, la forza del passaparola digitale 
giovedì, 19 aprile, 2012, 16:45 - E-buzzing


Il termine Buzz Marketing si riferisce a tutti gli strumenti impiegabili online per aumentare il “brusio” (in inglese “buzz”) relativo alla vostra attività.
Si tratta in pratica di utilizzare una serie di mezzi non convenzionali per intavolare conversazioni o stimolare quelle già avviate dagli utenti che vi partecipano. Da questo punto di vista blog, forum tematici e social network sono gli strumenti privilegiati per favorire in tempi brevi la circolazione “virale” delle notizie e delle informazioni relative al vostro business – e perché no? – alle vostre promozioni.
Ci occuperemo personalmente di pianificare e di gestire per voi la sequenza dei commenti e di postare gli argomenti che possono valorizzarvi di più agli occhi dei clienti effettivi e potenziali, in modo da aumentare il vostro giro di contatti, il posizionamento sui motori di ricerca e le visite al vostro sito.
Il vantaggio? L`utilizzo di mezzi a basso costo e di facile amministrazione, in cui saranno gli utenti stessi ad aiutarvi a promuovere la vostra attività, favorendo un benefico passaparola (digitale) e aumentando la vostra link popularity attraverso un sistema integrato di entrypoint che si rinforzano a vicenda.
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Facebook addiction!  
mercoledì, 18 aprile, 2012, 21:14 - Social networks

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