martedì, 1 maggio, 2012, 11:01 - Viral marketing
Originale e ironica iniziativa dei supporters della pornostar sui social network
La politica, checché se ne dica, è una cosa troppo seria per lasciarla ai soli partiti.
La politica è una cosa sporca.
E se riflessioni di questo tipo potessero coesistere in una sola iniziativa?
Per le elezioni amministrative del 2012, in tempi di crisi partitocratica e non solo, fioccano campagne di vario genere che molto spesso irridono il politically correct, facendo il verso a quello che da più parti viene definito il “teatrino della politica”.
Oggi mi occupo di un caso che sta davvero spopolando sulla rete, quello della candidatura (presunta ma non per questo meno popolare) di Rocco Siffredi per la poltrona di sindaco di Palermo attraverso facebook.
Gli autori di questa campagna, ça va sans dire, hanno optato per un gioco di facili doppi sensi per proporre il loro beniamino come nuovo inquilino a Palazzo delle Aquile. Nonostante la natura goliardica di questa iniziativa però, tutta la veste grafica (dagli slogan, ai manifesti elettorali) risulta assai curata, come quanto e più di quelle istituzionali, strappando un sorriso per i contenuti scelti oltre che per il testimonial.
Nello specifico però vorrei parlarvi del concorso lanciato dallo staff (ancora anonimo) lo scorso venerdi dal titolo “diventa Rocco per un giorno” di cui vi mostriamo la locandina:
Il regolamento è piuttosto semplice, non invita alla pornografia o alla produzione di contenuti che violino la net-etiquette o il comune sentire, ed è un modo semplice auto-ironico e decisamente creativo per farsi beffe della politica nostrana e delle sue liturgie vuote di significato oltre che un po’ kitsch.
Non vi resta, se volete, che prendervi parte, rispettando la scadenza del 1° maggio 2012, così come a me non resta che fare un plauso ai creatori del progetto “Rocco sindaco di Palermo” per il divertente escamotage col quale sono diventati un caso virale sulla rete con migliaia di iscritti.
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lunedì, 30 aprile, 2012, 20:53 - Viral marketing
Sempre più spesso ed in ogni campo della comunicazione si sente parlare di VIRALE:
ma a che cosa si riferisce questo termine e come si sviluppa questo fenomeno?
Il viral marketing, comunemente considerato come un’evoluzione del “Word of Mouth” costituisce uno strumento essenziale per catturare l’attenzione di un potenziale consumatore, sfruttando la capacità attrattiva di Internet e Social Network.
Il termine “virale”, coniato nel 1997 da Jurvetson e Draper sottolinea il parallelismo con la biologia.
<< Come per i virus infatti, si parte da un numero ristretto di soggetti per arrivare ad un numero molto elevato di soggetti “contagiati”>>
Al di là del significato letterale o metaforico, il viral marketing punta su una comunicazione innovativa, sull’empatia con il cliente e sulla condivisione.
Un’idea non convenzionale per poter essere diffusa in modo spontaneo,
deve necessariamente stimolare l’attenzione degli utenti con contenuti divertenti, sorprendenti o provocanti.
Le caratteristiche vincenti del marketing virale sono:
- Il tentativo di trasformare l’utente, da semplice destinatario di un messaggio ad enunciatore della comunicazione sul prodotto;
- La presenza discreta del brand, nel caso di Carlsberg, il prodotto appare al termine del video;
- Il basso costo di investimento per l’azienda.
Quello che deve essere chiaro è l’utilizzo dello strumento, non tutti i prodotti o i contenuti sono adatti a generare un vero e proprio virus.
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lunedì, 30 aprile, 2012, 12:34 - Generale
La settimana scorsa ho letto due notizie che mi hanno colpito e che, almeno apparentemente, non hanno un gran legame tra loro.
La prima parlava della difficoltà, per chi lavora online, di spiegare ai migranti digitali (chi non è nato con un computer nella culla) che tipo di lavoro fa.
Come fai a spiegare a una nonna che chiama la nipote in America via Skype che non paga niente se non la connessione? Figurati poi se devi raccontare che tipo di lavoro fai. Chi lavora per la rete, immateriale e poco concreta agli occhi di molti, non svolge un lavoro “reale”.
Alla fine dell’articolo un ragazzo raccontava della propria esperienza nel dover spiegare ai genitori il suo lavoro nel web marketing. La sua soluzione, tanto per non discostarsi troppo dalle nuove tecnologie è stata la creazione di un video che ricordava un "libretto di istruzioni" di un mobile Ikea da montare.
Internet è entrato nella nostra vita da tempo, quasi nessuno si ricorda com'era la vita prima delle mail, com'era meno immediato ottenere le informazioni. Ma dietro tutto un meccanismo che sta cambiando il nostro modo di vivere e che sarà il futuro per molti lavori, ci sono ovviamente persone che ci lavorano o che utilizzano questo mezzo per lavorare, per accorciare le distanze, per esprimere la propria creatività. Più di tante altre invenzioni, questa è continuamente in progress e destinata a non essere sostituita da altro.
La rete agisce in primo luogo sulla vista che, come già ampiamente dimostrato, è il senso più ricettivo alla "prima occhiata".
Le immagini risultano quindi fondamentali, devono essere curiose, d'impatto, piene di significato senza bisogno di molte spiegazioni.
Google, attraverso i doodle, fa proprio questo. E qui entra in gioco la seconda notizia che ho letto. Il gigante di Mountain View forse è in crisi di fantasia perché ha appena pubblicato un annuncio di lavoro per aspiranti doodler. Il primo requisito è la fantasia e la creatività perché i doodle giocano sulla curiosità che disegni e immagini particolari suscitano nella nostra mente e, a volte, ci fanno tornare bambini. La notizia ha suscitato l'attenzione dei maggiori giornali italiani, stupiti per un annuncio di lavoro così fuori dall’ordinario. Chi avrebbe mai pensato che un dettaglio apparentemente insignificante della homepage di un motore di ricerca avrebbe acquisito, anno dopo anno, una tale importanza da avere bisogno di nuove menti creative?
Le selezioni sono aperte, doveste essere assunti dovrete solo trovare il modo di spiegare a mamma e papà che mestiere è il doodler!
Alice Wetzl
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domenica, 29 aprile, 2012, 21:16 - Marketing esperenziale
Il concetto è molto semplice, meno tempo impieghi per acquistare le nuove 50D in un PUMA store e più risparmi:
10 minuti = 5% di sconto
5 minuti = 10% di sconto
4 minuti = 15% di sconto
3 minuti = 20% di sconto
Nel momento in cui vi scrivo 118 persone hanno risparmiato 63,720 pesos messicani (circa 5.000 euro) per un totale di 372 minuti.
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sabato, 28 aprile, 2012, 23:10 - Generale
Ieri a consigliare un cliente nell'acquisto di un abito o di un capospalla era un commesso: abile nell'individuare a occhio la taglia giusta e la forma più adatta ad esaltare i punti forti della silhouette, premuroso nel dare consigli ad hoc. Domani, invece, chi entrerà in un negozio alla ricerca di un capo d'abbigliamento - o un accessorio, di lusso magari - si troverà una figura simile e, allo stesso tempo, completamente diversa: un sale assistant che, sulla base di una fotografia scattata con lo smartphone, in pochi minuti, sarà in grado di consegnare al cliente il pezzo desiderato, complice la Rete, un sistema di catalogazione tecnologicamente raffinato e un tablet per la consultazione del catalogo di collezione.
Il mondo digitale ha rappresentato e rappresenta tuttora il più importante agente accelerante che il settore moda-lusso potesse immaginare: negli ultimi 5 anni le aziende di moda sono approdate alla dimensione online sperimentandone le varie declinazioni, dal sito web alla sfilata in streaming, fino ad arrivare ai più recenti strumenti e servizi che spaziano dalle app, pensate per fidelizzare gli utenti, allo showroom online, senza dimenticare il processo di digitalizzazione che sta cambiando le fasi creative e produttive del sistema moda.
Dietro le quinte, un esercito di professionisti che fanno del continuo aggiornamento il proprio primo comandamento.
Se prima bastava una persona per gestire le fasi di concept, design e sviluppo, oggi le personalità richieste sono diverse e più complesse: Anche sul piano delle professionalità si naviga a vista: ci vogliono persone ad hoc, in grado di far fronte a un'interazione complessa e in continua evoluzione.
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