Giochiamoci un Magnum! 
sabato, 19 maggio, 2012, 08:01 - Social networks


Magnum, il brand che ha rivoluzionato il gelato su stecco innova la sua immagine continuando a progettare simpatici giochi interattivi su facebook.
Dopo il successo di caccia al piacere 1, che è stato seguito da più di 7 mila giocatori, il brand ha ideato il sequel Caccia al piacere 2 – Intorno al Mondo per la promozione del nuovo gelato Magnum Infinity.
Alper Eroglu, Digital Media & Social Manager di Magnum e Cornetto, in una recente intervista ha dichiarato: “Questo gioco è veramente il paradiso dei cacciatori di piacere, che possono così viaggiare per il mondo, cercare negozi di lusso e fare il bagno nel caldo Oceano Atlantico, sempre alla ricerca del massimo piacere – il nuovo Magnum Infinity Chocolate – senza allontanarsi dal monitor dei loro computer. Caccia al Piacere – su Internet è diventato l’indirizzo web più twittato al mondo dopo una sola settimana dal lancio, speriamo di avere lo stesso successo con Caccia al Piacere 2!
Nell’avvincente videogame l’eroina parte alla ricerca delle golose tentazioni disseminate nelle più belle città del pianeta con l’obiettivo di conquistare il massimo piacere regalato dal nuovo Magnum Infinity. Nelle località che si possono visitare, sono presenti famosi brand che hanno segnato la storia delle diverse città. Per rappresentare l’Italia, ad esempio, è stato scelto il raffinato Bulgari e per l’Olanda la celebre KLM Royal airlines.
La novità del sequel di quest’anno non è solo la grafica spettacolare ma anche la possibilità, che ha incuriosito ancora di più gli utenti, di accedere a livelli segreti del gioco che vengono progressivamente svelati. La cura dei dettagli e la semplicità di utilizzo, oltre alla creatività con cui sono progettati, costituiscono le ragioni del loro grande successo.
Non dimentichiamo inoltre che Magnum ha scelto di non dormire sugli allori e di continuare il progetto dei giochi online utilizzando ancora facebook come canale di comunicazione, riuscendo a migliorare il gioco aggiungendo contenuti di qualità e tecnologie superiori.
Una conferma, insomma, di come l’interazione e il coinvolgimento attivo degli utenti costituiscano la chiave del successo sui social network.
E voi, avete mai pensato di ideare un gioco online su facebook?

http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=q2jjYxnAImI
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Opinioni discordanti sulla Facebook Timeline: lo studio di Simple Usability 
venerdì, 18 maggio, 2012, 13:19 - Social networks


Ad un mese di distanza dall’avvento delle nuove Facebook Brand Page, che hanno visto il proprio layout sconvolto dalle Timeline così come già successo con i profili, molti in rete si sono chiesti se questo cambiamento abbia portato reali benefici ai brand che utilizzano Facebook come spazio fondamentale della propria social media presence.

Si sa, alle persone solitamente non piacciono i cambiamenti . Tuttavia, Facebook ci ha negli anni abituati a cambiamenti rapidi e spesso radicali. Capita di non avere il tempo di riadattare la propria routine alle novità, che già si rincorrono voci delle prossime features, come in questi giorni è capitato in merito alle Timeline versione 2.0, quella con video incorporato.

Intanto, più di qualche voce autorevole della rete si è chiesta quali sono stati i reali benefici portati dal nuovo design delle brand page di Facebook. Stupenda e significativa la citazione di Steve Jobs riportata da Jeff Bullas sul suo blog affrontando proprio questo tema. In un’intervista rilasciata a Wired nel 1997 Jobs affermava: “People think that design is how it looks, but it goes much deeper than that, it is actually how it works”. Quindi…

“Funziona” il nuovo design delle pagine Facebook?

Per capire se il nuovo design sia stato o meno un fallimento dal punto di vista dell’usabilità e del design riportiamo alcuni punti di un’interessante studio condotto da Simple Usability, basato su cosa gli utenti una volta giunti su una pagina vedono e come interagiscono, realizzato attraverso un sistema di monitoraggio eye movements and actions degli utenti che navigano on line.

Uno dei primi punti interessanti ad essere trattato è la Cover Images e l’impatto poco significativo che ha avuto.

A ben vedere, il layout tra le brand page e i profili è sostanzialmente identico, con la differenza che le pagine sono utilizzate a scopo di marketing. Quindi, la portata comunicativa della cover è forse ridotta a causa del fatto che viene percepita come un banner. Cosa che invece non può accade nei profili in cui lo stesso spazio viene sostituito e aggiornato continuamente diventando pregno di significato e mantenendo la sua natura di mezzo espressivo.

La stessa ricerca mostra di contro quanto la sezione About e la Timeline History siano genericamente molto apprezzate dagli utenti in quanto: l’About in particolare risulta più facile da trovare rispetto a quanto accade sui siti internet ufficiali (in realtà, su questo punto a mio parare pesa il fatto che avendo la brand page un layout standard queste informazioni sono sempre nello stesso posto); la Timeline invece permette di risalire rapidamente alle tappe fondamentali della storia dell’azienda, caratteristica molto utile per permettere a chi cerca informazioni specifiche sul nostro brand di recuperarle facilmente.

Altra sezione discussa è quella inerente alle Attività Recenti svolte dai propri amici in contatto con la brand page. Conoscere chi dei propri amici ha interagito con la pagina è ritenuto uno stimolo sufficiente a compiere un Like. Leggere status e commenti sulla pagina di un brand da parte di amici, porta un utente a volersi interessare ai contenuti della stessa.

Un problema, tra l’altro subito notato da chi lavora nel settore e confermato dallo studio, è la posizione fortemente penalizzante in cui sono state destinate le Facebook Applications. Molti utenti intervistati hanno dichiarato addirittura di – non aver notato la freccia – con cui è possibile espandere la sezione app dedicata.
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La publicidad nos influye desde niños  
giovedì, 17 maggio, 2012, 21:49 - Generale


A nadie se le escapa que desde que nacemos estamos expuestos a miles de impactos publicitarios. Crecemos con la televisión, y por ende, nos acostumbramos a ver anuncios en la tele, pero cuando salimos a la calle la cosa no cambia demasiado.

Vallas publicitarias, cuñas de radio e incluso publicidad en videojuegos o en el propio teléfono móvil, por no hablar de la publicidad en Internet.

Desde que nacemos hasta el día que morimos, somos objetivo de cientos de miles de campañas publicitarias (sólo falta que un día haya alguna empresa que se anime a patrocinar las esquelas), y al hilo de esto me llega por parte de Arancha, de Historias de cracks, esta original fotografía donde de algún modo se trata de reflejar que desde que nacemos somos objeto de la atención publicitaria de las marcas.
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Facebook, l’importanza della fan page 
giovedì, 17 maggio, 2012, 14:03 - Social networks


Dietro l’ennesimo lifting di Facebook potrebbero esserci ragioni e obiettivi piuttosto interessanti. Il mese scorso, infatti, il gigante dei social network annunciò la realizzazione di uno strumento “conversion tracker” finalizzato a permettere ai marketer di aggiudicarsi più conversioni e di poter quantificare la produttività della propria presenza su Facebook. Ora i ricercatori della Rice University hanno esaminato il reale valore dei “Facebook supporters”.
I responsabili dello studio hanno provvisto la catena di ristoranti Dessert Gallery di una fan page su Facebook e hanno intervistato 1.700 clienti del marchio, scoprendo che:

- le visite ai negozi DG, una volta divenuta operativa la pagina, sono aumentate del 36%;
- la spesa dei clienti è salita del 45%;
- i fan spendono il 33% in più rispetto al passato;
- il 14% di essi confessa maggior attaccamento emotivo alla marca;
- il 41% dichiara di essersi fidelizzato al brand DG.

Soltanto il 5% dei 13.000 clienti di Dessert Gallery, precisano gli studiosi, è iscritto alla fan page su Facebook. Questo potrebbe significare che avere molti supporters nel social network potrebbe essere maggiormente decisivo per le marche-icona, che hanno una vasta clientela e quindi maggiore probabilità che i propri seguaci siano iscritti a “Faccialibro”.
Tuttavia, concludono i ricercatori, una strategia combinata di marketing reale e virtuale può far impennare le vendite come successo a Dessert Gallery. Che ne dite?

Ruggero Le Piane

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La nascita dell'advertainment e i primi segni della sua scomparsa 
giovedì, 17 maggio, 2012, 00:33 - Generale


Era il 1999 e alle soglie del nuovo Millennio si intravedevano le tracce di un innovativo linguaggio pubblicitario: la fiction pubblicitaria seriale o advertainment.

Il primo caso a mio parere fu la campagna dell'allora SIP (con Massimo Lopez). Allora le agenzie non sembravano essersi accorte che da lì a poco si sarebbe inaugurato un vero e proprio filone comunicativo, assai longevo, visto che è presente ancora ai giorni nostri. Soprattutto nel mondo della telefonia, non più fissa come allora ma mobile, che vive per lo più all'interno di mini siparietti dal tono ludico e scherzoso.

Una formula che, di certo, dai primi anni del Duemila consente di dar spazio alle continue e numerose offerte telefoniche che si susseguono senza sosta. Ma anche in altri settori merceologici l'advertaiment ha dato buoni frutti. Si pensi ad esempio alla coppia Amadori, dove troviamo anche una delle nuove icone del mondo pubblicitario, Teresa Mannino.

Propongo, allora, un rapido tuffo nel passato (approfondimento al link http://www.patriziamusso.it/Comunicazioni%20Sociali%20_Advertainment.pdf): si tratta di un saggio pubblicato nel 1999 (all'interno della rivista scientifica "Comunicazioni Sociali" dell'Università Cattolica di Milano), dove veniva definito, inventandolo ex novo, il concetto di advertainment, per riguardare, magari anche con nuovi occhi, gli spot contemporanei.

Questo perché in questo periodo si ha la sensazione che si sia di fronte ai primi segni di stanchezza e mancanza di creatività nell'advertainment, complice anche la crisi del settore. Ma anche l'evoluzione del contesto socio-culturale, sembre più "viziato" da una comunicazione impattante, spettacolare, interattiva e dinamica offerta dai nuovi mezzi.

A questo proposito, se ancora non l'avete visto, provate a scatenare la vostra creatività on line con il nuovo spot Tippex, che porta avanti la storia del cacciatore e del suo amico orso: si trova qui: http://www.youtube.com/watch?v=eQtai7HMbuQ.

Tornando invece al mondo mass mediale, è possibile che dovremo prepararci a una nuova fase della pubblicità tv, come era successo alla fine degli anni '70 con la chiusura del mondo di Carosello. Senza più storie a puntate. Nel mondo della telefonia Vodafone sembra da questo punto di vista aver già dato il via a una nuova era, abbandonando il format stile "Casa Vianello" riproposto fino a poco tempo fa con la famiglia Totti. Senza storie che si rimandano da puntata in puntata, senza testimonial famosi. Solo persone comuni e frammenti di vita quotidiana in cui ciascuno possa riconoscersi.
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