giovedì, 7 giugno, 2012, 17:51 - Generale
Often, people think that to adopt a green lifestyle they have to ditch the tech gadgets and tools that make life easier and more enjoyable. That’s not exactly true. In fact, a new line of bamboo products are both safe for the environment and durable.
But why bamboo? Well, it’s a sustainable raw material that grows up to five times faster than wood materials, making it one of the most renewable sources on the planet. Since it is a grass it can grow in most climates and environments without chemicals or pesticides, and it produces 35% more oxygen than hardwood trees. What really seals the deal is that bamboo’s tensile strength, or the measurement of a material’s ability to handle stress, surpasses that of steel.
As bamboo tech products become more trendy, the marketplace is becoming inundated with versions claiming to be “green” when they are not. That’s why we compiled a list of gadgets made of sustainable bamboo that give you equal, if not better, quality and durability than their more toxic counterparts.
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giovedì, 7 giugno, 2012, 15:24 - Generale
Una completa linea di oggettistica e arredo ispirata al mondo del vino troverà spazio tra gli stand di Vinòforum. I prototipi, realizzati in legno, sono il risultato della collaborazione tra Vinòforum e Punto di Fuga, movimento di giovani designer che ha fatto dell’artigianato il proprio manifesto.
Vinòforum, la grande manifestazione enogastronomica che si terrà a Roma dal 1 al 16 giugno, ospiterà tra i propri spazi e per tutta la durata dell’evento un’intera linea di arredo e di oggettistica di supporto al consumo del vino. L’iniziativa nasce dalla collaborazione tra Vinòforum e Punto di Fuga, gruppo di giovani designer che lavorano il legno artigianalmente secondo i principi della tradizione.
Fari puntati sul Design, dunque, in uno degli appuntamenti più attesi per il vino. Vinòforum, infatti, giunto alla nona edizione, si conferma con i suoi 43.000 visitatori un imperdibile momento di promozione e di comunicazione del comparto enologico italiano ma con la volontà di dare particolare attenzione alla promozione delle maestranze di ogni genere, a quel patrimonio di saperi e tradizioni capaci di trasformarsi in eccellenze uniche, al di là del settore.
Tra gli oggetti in mostra e in vendita durante la manifestazione si spazierà dai portabottiglie ai cavatappi, attraversando una serie di accessori legati al mondo del vino indispensabili per gustarne appieno le sfumature. I prototipi, realizzati in legno, sono il risultato della ricerca di un matrimonio perfetto tra le logiche del design e le esigenze legate al consumo del vino.
«Una iniziativa unica nel suo genere che si sposa perfettamente con la filosofia di Vinòforum – afferma Emiliano De Venuti, ideatore e organizzatore della manifestazione. Noi cerchiamo di promuovere una cultura enogastronomica basata sulla qualità, orientandoci verso le eccellenze che sono sempre il compromesso tra ricerca, innovazione e tradizione. La collaborazione con i designer di Punto di Fuga nasce proprio nella condivisione di questi principi: mostrare al grande pubblico raffinatezze dell’artigianato prodotte secondo tradizione da giovani con il coraggio di sperimentare».
Ed è così che gli oggetti di design prendono posto nei 10.000 mq di ogni area della manifestazione, dando forma a tutti quegli spazi dedicati alle aziende vitivinicole e ai loro prodotti. Quello che si presenta agli occhi del pubblico è un Villaggio, i cui dettagli realizzati su misura contribuiscono a valorizzare quell’eccellenza che da sempre Vinòforum si impegna a promuovere.
PUNTO DI FUGA
Negli ultimi anni ha identificato la sua mission nell’impegno di riconnettere la figura dell'artigiano a quella del designer, spesso distanti sia a livello concettuale che come relazione con la reale fattibilità delle cose.
Per farlo, ha scelto di affidarsi alla sperimentazione di nuovi metodi progettuali che pongono alla loro base la collaborazione, la condivisione e il lavoro di gruppo, strutturando, così, una rete di progettisti che collaborano insieme allo sviluppo di nuovi progetti, in cui la cultura del Design riveste un ruolo centrale.
www.vinoforum.net
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giovedì, 7 giugno, 2012, 09:18 - Generale
Empreinte, il brand di lingerie francese, ha inagurato il 23 maggio il suo primo concept store nello splendido quartiere di Place Vendôme a Parigi, accanto ai negozi delle più lussuose griffe del pianeta.
Per celebrare questa nuova apertura e per stimolare l’attenzione dei passanti, Empreinte ha esposto in vetrina non i consueti manichini ma un sensuale ologramma. L’aggraziata modella in 3D è magicamente apparsa dal 23 al 26 maggio nell’orario notturno di chiusura del negozio indossando una raffinatissima lingerie di pizzo bianco. L’ iniziativa pubblicitaria ha suscitato una forte attrazione sui passanti che, increduli e divertiti, si sono precipitati ad ammirare la vetrina della boutique.
Sopratutto in tempi di crisi la concorrenza si fa agguerrita: diventa assolutamente necessario distinguere la propria offerta commerciale e sorprendere i clienti con proposte originali che li stimolino ad acquistare. L’ integrazione di strumenti tecnologici alle diverse modalità di esposizione dei prodotti all’interno degli stores è la nuova elettrizzante frontiera del visual merchandising.
Empreinte ha puntato su una campagna pubblicitaria che, con l’utilizzo di tecniche digitali, esalta il fascino e la grazia del corpo femminile. A differenza di altri brand di intimo che rappresentano un ideale di donna sexy e provocante, la figura femminile delineata da Empreinte è ammaliante e fatata.
Le lingerie del band francese, infatti, trasportano chi le indossa in un mondo fiabesco e magico. La scelta dell’ologramma dunque, per il suo carattere evanescente, è perfettamente aderente a quanto proposto dall’azienda.
Vi è mai venuto in mente di realizzare una campagna pubblicitaria digitale in 3D?
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mercoledì, 6 giugno, 2012, 23:48 - Generale
In a bid to make your travelling experience more enjoyable, Latvian airline airBaltic has launched the world’s first airline social seating system called ‘SeatBuddy’, that pairs you up with like-minded passengers during your flight.
This free service, which is powered by social seating system Satisfly, will ask you for your ‘flight mood’ before each flight—allowing users to determine if they want to meet a potential business partner, work throughout the flight, have a casual chat or to be left alone.
Once your flight mood has been determined, the system will pair you up with someone who is in the same mood as you are.
You can even choose to describe your ideal partner—such as working in the same industry, speaking the same language, having the same hobbies, etc.
According to airBaltic, they said that customer information will be kept confidential and passengers will only get to meet their seat buddy on-board the flight—so there is a surprise factor to it.
However, once the system has chosen your seat buddy, you can’t change seats—that would just be plain rude.
The SeatBuddy option will only be tested on flights at the end of June 2012.
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mercoledì, 6 giugno, 2012, 23:35 - Generale
“Il design avrà un futuro solo se riuscirà ad andare verso la de-materializzazione. Gli ultimi designer saranno i personal trainer e i dietologi, perché saremo noi stessi il prodotto”. Parola di Guru, alias Philippe Starck. Il Re Mida del settore che, ora, ha intenzione di sganciarsi da un mestiere che, secondo lui, non ha più senso. Certo, può permettersi di farlo; in sei mesi sono state vendute centomila delle sue sedie Masters, disegnate per Kartell l’anno scorso.
Superato il sistema delle royalties, nato negli anni Cinquanta, oggi i designer cercano di lavorare a progetto. E a Philippe Starck dicono: “Parla per te, i tempi sono cambiati”. Non esistono più gli oggetti destinati a durare decenni e a generare profitti eterni a chi li ha inventati. Tutto si consuma nel giro di un paio di stagioni, anche se riesce a raggiungere un pubblico vastissimo. Con questi presupposti il pagamento a percentuale sulle vendite vacilla. Ed è diventato anacronistico.
Quella del designer è una delle professioni più ambite del momento. Lo conferma il numero crescente di scuole del settore. Un lavoro che è sempre stato pagato con royalties, che vanno dal 2% al 4,5%, nei casi più fortunati, sul prezzo dell’oggetto. Pochi, pochissimi soldi che peraltro non arrivano prima di un anno dalla messa in vendita del prodotto e che generano profitti solo a una minima parte delle centinaia di “addetti al design”, creatori e inventori che pullulano il settore. Tant’è che oggi la tendenza sta diventando quella del pagamento fisso a progetto, e sono le stesse aziende ad adeguarsi.
Spiega in merito Giulio Iacchetti, quarantacinque anni, progettista per società come Moleskine, Grom, Coop ed Elica tra le tante in un’intervista a PAMBIANCONEWS.COM: “per fare il designer bisogna mettersi nell’ottica del maratoneta. Non è tanto lo slancio a fare la differenza, ma la perseveranza, il saper guardare lontano e capire ciò di cui la gente ha bisogno”. Iacchetti è un caso emblematico. Ha avuto successo nel momento in cui i designer italiani perdevano colpi rispetto agli stranieri, trend che in questo momento sembra aver cambiato rotta, come conferma Morozzi: “È vero, finalmente stanno tornando i talenti italiani”. I primi guadagni di Iacchetti sono arrivati con una scopa, progettata per un’azienda di Viadana in provincia di Mantova, la Surfer, chiamata così “per come surfava sotto i divani raccogliendo polvere”. Di quell’esperienza il designer spiega che: “è stato il mio primo lavoro redditizio e a tutt’oggi ne incasso le royalties. Ma sono andato io a cercarmelo, analizzando i distretti produttivi italiani e scoprendo che dalle parti di Mantova si lavora con le setole. Ho quindi proposto un nuovo modello di scopa che ha funzionato e che solo negli Stati Uniti ha venduto un milione e mezzo di pezzi”.
Tra le nuove tendenze c’è poi quella di autoprodursi, diventare insomma imprenditori di sé stessi, oggi più che mai è necessario essere integrati con una buona cultura industriale, che sappia rispettare il rapporto tra creatività e innovazione. Oggi bisogna proporre storie e identità. È fondamentale presentarsi alle aziende con un concetto in testa”. Starck è una star indiscussa, uno che ha messo a regime un guadagno ingentissimo grazie al suo talento. Una sorta di divinità, i cui prodotti, ormai, valgono come le immaginette sacre. Con lui finisce un’era. E ne comincia un’altra. Almeno in tanti se lo augurano.
Daniele Nalli
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