sabato, 9 giugno, 2012, 16:19 - Guerrilla marketing
Prima dell’amichevole internazionale che si è disputata domenica allo stadio Da Luz di Lisbona tra Portogallo e Turchia, circa 500 “sostenitori” della nazionale di casa hanno alzato al cielo altrettanti tablet mettendo in scena una coreografia sicuramente poco comune, che ha accompagnato l’inno per la sua intera durata.
Uno spettacolo ripreso dalle emittenti nazionali che in poco tempo è uscito dai confini portoghesi, realizzato come promozione per la TMN, leader delle telecomunicazioni. Meglio le sciarpe.
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sabato, 9 giugno, 2012, 13:03 - Guerrilla marketing
La campagna Facciamo Luce su Enel prosegue il suo cammino, l’ultimo atto della battaglia promossa da Greenpeace è un vero e proprio videoclip "E’ nell’aria" realizzato live al concerto Reggae Circus “Incazzati Neri” del 1 giugno a Roma.
Un lavoro di Adriano Bono, prodotto insieme alla Torpedo Sound Machine con la partecipazione dei Meganoidi. Di sotto fondo scorrono le immagini delle numerose azioni sostenute da Greenpeace in questi ultimi mesi, il testo è eloquente:
ENEL ENEL ENEL, è nell’aria
ENEL ENEL ENEL, e nel clima
ENEL ENEL ENEL, è nella terra
la sua opera mortifera è tutta intorno te!
E fate bene ad avere paura
c’è un assassino in piena libertà
fate bene ad avere paura
se lo lasciamo fare lui continuerà,
Ad uccidere il clima!
ad uccidere il clima!
http://www.youtube.com/watch?v=wuQweK9P5-w&feature=player_embedded
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sabato, 9 giugno, 2012, 10:14 - Guerrilla marketing
Sono spesso utilizzati nelle campagne di marketing perché parecchio economici e perché integrano altre strategie di brand awareness. Invadono gli spazi urbani allo scopo di ottenere grande visibilità e spingere il passante ad osservare queste anomalie che aprono squarci inediti nella nostra quotidiana percezione degli spazi.
Stiamo parlando del guerilla stickering, la strategia di marketing che implica la diffusione di un gran numero di adesivi in spazi circoscritti allo scopo di destare l’attenzione di un determinato target di persone spesso radunate in occasione di un evento.
E’ quanto accaduto per il caso che oggi vi raccontiamo. In occasione di uno dei più prestigiosi trofei di golf del mondo, l’Omega Dubai Desert Classic, il mensile per golfisti Golf Digest ha messo in atto una furba strategia di stickering per rilanciare le vendite della rivista. Osserviamo il video.
Durante i quattro giorni dell’evento sono innumerevoli i passanti che si fermano o avvicinano alle centinaia di automobili (spesso di lusso) sui cui vetri erano state attaccate mezze palline circondate da finte crepe allo scopo di ottenere l’effetto di rottura del parabrezza. Dapprima increduli. Poi con la consapevolezza che non si trattava di un colpo sbagliato, ma della pubblicità di una rivista di settore.
Tutto ciò grazie ai creativi dell’agenzia pubblicitaria Ogilvy & Mather, che hanno attaccato sui vetri delle auto gli adesivi che pubblicizzavano la lettura della rivista. Allo scopo di apprendere tecniche che migliorassero il loro gioco.
Il risultato in termini di efficacia comunicativa? Lo si è misurato con un aumento delle vendite del 200%. Non male.
E voi siete sicuri che i vostri colpi vadano sempre a buon fine? O intendete migliorarli?
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venerdì, 8 giugno, 2012, 08:42 - Generale
Spotify è un servizio di streaming musicale che permette di ascoltare, gratuitamente per 6 mesi e successivamente a pagamento, milioni di brani musicali.
Il software, lanciato nell’ottobre 2008 dall’omonima startup svedese, permette agli utenti di creare delle playlist e di condividerle su facebook e twitter. Spotify non è solo una piattaforma di streaming ma è un mix redditizio tra una community online, una radio, un social network e una app.
Molti brand stanno iniziando collaborazioni con questo network che vanta ormai più di 20 milioni di utenti, con l’obbiettivo di raggiungere nuovi target in un modo tutto da sperimentare.
Caffreys, il brand di birra irlandese, ha mandato in onda su Spotify un’esilarante trasmissione radiofonica condotta dagli amatissimi DJs Alex Zane e Pete Donaldson. Nella web page della bevanda, gli utenti sono stati invitati a votare le loro canzoni preferite da una lista di celebri brani musicali remixati ad hoc dai Djs. I brani musicali più votati sono stati raccolti in una playlist che è possibile condividere con i propri amici. La birra Caffreys ha scelto di lanciare la sua campagna pubblicitaria su Spotify alla scopo di avvicinare i giovani al consumo di questa bevanda.
Il servizio di music streaming sta diventando un partner importante per le grandi aziende presenti nel mercato mondiale: in questi giorni infatti, Coca Cola sta siglando un accordo con la piattaforma per il rilascio di una nuova app che permetterà a Spotify di diventare l’esclusivo fornitore di musica all’interno della sua timeline di facebook.
Anche Herbal Essences, il marchio di prodotti per la cura dei capelli, ha realizzato una campagna su Spotify riuscendo a integrare perfettamente il servizio di streaming alla pagina facebook. Il brand ha chiesto ai fan di caricare e condividere le canzoni che amano cantare sotto la doccia. Gli utenti hanno la possibilità di cercare la canzone che desiderano cantare e ascoltarla oppure aggiungerla alla propria playlist.
Osservando i primi risultati di queste campagne pubblicitarie, sembra che Spotify si stia rivelando una piattaforma in grado di offrire grandi opportunità di sviluppo del business.
L’ottimo servizio di streaming però, soffre ancora di alcune limitazioni geografiche (è presente solo in 16 paesi) che non gli permettono di esprimere appieno tutte le sue possibilità commerciali.
Anche se la piattaforma non è ancora approdata in Italia, il team di Spotify promette che farà tutto il possibile per rendere il software disponibile al più presto.
Nell’attesa di testarlo, voi realizzereste una campagna pubblicitaria su questo network musicale?
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venerdì, 8 giugno, 2012, 01:22 - Social networks
Pesquisa realizada pela Hi-Mídia em parceria com a M.Sense mostra que os consumidores brasileiros querem maior interação nas redes sociais
Uma pesquisa realizada pela Hi-Mídia e pela M.Sense, empresa especializada em estudos sobre o mercado digital, revela que nas redes sociais os consumidores querem interagir com as marcas e não apenas ter acesso a conteúdo. O estudo, realizado entre os meses de abril e maio com 716 pessoas de todo o Brasil, revelou ainda que 87% dos entrevistados consideram que pior do que ter um problema com a marca, é tentar contato por meio das redes sociais e não obter resposta. As marcas que interagem com o usuário são a preferência de 76% dos pesquisados.
De acordo com a pesquisa, os brasileiros ainda não tem o hábito de acompanhar marcas no Facebook: apenas 40% dos usuários curte alguma marca, produto ou empresa. No Twitter, o percentual de usuários que seguem uma marca, produto ou empresa sobe para 50%, sendo que a maior parte tem como objetivo receber descontos e promoções.
O principal fator que inibe os internautas de seguir uma marca é o receio de receber mensagens publicitárias em grande quantidade, segundo 52% dos usuários do Facebook e 36% do Twitter. No total de posts do Facebook, os entrevistados afirmaram que gostariam de receber aproximadamente três posts por dia, fazendo com que a marca se mostre presente, mas sem exageros.
A pesquisa também avaliou o tipo de conteúdo que o usuário gostaria de receber pelas redes sociais. O interesse por informações, como novidades, eventos e acontecimentos, entre outros, é o mais requisitado por 96% dos usuários do Facebook e 89% dos usuários do Twitter. Em segundo lugar, 63% dos entrevistados optam por conteúdo educativo no Facebook e 68% por conteúdo publicitário no Twitter.
Influência nas compras é restrita
Quatro em cada cinco usuários do Facebook jamais adquiriram um produto ou serviço como resultado de anúncios ou comentários encontrados no site de redes sociais, mostrou uma pesquisa Reuters/Ipsos realizada online com 1.032 americanos. O resultado comprova ainda que 34% dos usuários do Facebook dedicam menos tempo ao site agora do que há seis meses.
Um estudo do grupo de pesquisa eMarketer, desenvolvido em fevereiro desse ano, mostrou que o Facebook tem desempenho pior do que e-mails ou marketing via mala direta no que tange a influenciar as decisões de compra dos consumidores.
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